Con il termine miocardite si intende una patologia infiammatoria non specifica a carico del muscolo cardiaco. L’incidenza di questa patologia nella specie canina non è conosciuta (in alcuni lavori scientifici retrospettivi di necroscopia è riportata nell’1.5 % dei casi) ed in letteratura sono presenti prevalentemente case reports e case series, mentre sono scarsi gli studi di impatto maggiore, anche se nel 2020 è stato pubblicato dal Journal of Veterinary Cardiology un ampio studio retrospettivo che ne ha analizzato la presentazione clinica, l’eziologia ed ha valutato l’outcome dei pazienti affetti, includendone tutte le possibili cause.
La cardiomiopatia ipertrofica (Hypertrophic Cardiomyopathy, HCM) è la cardiomiopatia più frequente nella specie felina, in cui può essere osservata fino al 15% della popolazione, soprattutto in forma subclinica. Fortunatamente le forme severe di HCM che portano allo scompenso cardiaco o al tromboembolismo arterioso, si riscontrano in percentuale inferiore. Vediamo quali possono essere i fattori legati alla sua prognosi.
Tutti noi, clinici e cardiologi, per stadiare i pazienti affetti da malattia degenerativa della valvola mitrale facciamo riferimento alla classificazione ACVIM Consensus (Keene et al, J Vet Internal Med, 2019), in cui sulla base di parametri clinici, radiografici ed ecocardiografici, i cani affetti da malattia mixomatosa mitralica vengono distinti in 4 classi, da A a D.
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