Il linfoma di Hodgkin: esiste anche in veterinaria?
Il linfoma di Hodgkin prende il nome dal medico inglese che per primo descrisse la patologia nel 1832, Thomas Hodgkin. È un tumore linfoide meno frequente dei vari tipi di linfoma chiamati per l'appunto "non-Hodgkin", rappresentando circa il 10% di tutti i casi di linfoma dell'uomo.
Negli animali quando parliamo di "linfomi" in generale, sappiamo che stiamo riferendoci a forme non-Hodgkin. Ma esistono casi di linfoma tipo Hodgking nelle nostre specie animali? Lo scopriamo con questo blog del nostro Esperto in Istopatologia Prof. Luca Aresu.
Il linfoma di Hodgkin (HL) è una neoplasia delle cellule B nell’uomo, suddivisa in due sottotipi principali: il linfoma di Hodgkin a predominanza linfocitaria nodulare (NLPHL) e il linfoma di Hodgkin classico (cHL).
Il cHL è la forma più comune e si manifesta principalmente con l'ingrossamento indolore e graduale dei linfonodi, specialmente nel collo, raramente con coinvolgimento extranodale.
Figura 1. Gatto con coinvolgimento dei linfonodi cervicali in corso di linfoma Hodgkin-like (immagine per gentile concessione della Prof. Laura Marconato).
Un segno distintivo del cHL è la presenza delle cellule di Reed-Sternberg (RS), che alterano l'architettura linfonodale con un infiltrato infiammatorio. Queste cellule esprimono marker come CD30, CD20 e IRF4/MUM1, con variazioni nell'espressione di CD15, confermando la loro origine dalle cellule B mature. Nel NLPHL, invece, l'architettura dei linfonodi è meglio conservata, con proliferazione di piccole cellule del mantello, accompagnate da istiociti e grandi cellule neoplastiche con nuclei lobulati e convoluzioni nucleari complesse, note come cellule L&H o “popcorn cells”.
Figura 2 e 3: aspetti istologici (sinistra) e citologici (destra) di linfoma Hodgkin-like nel gatto. Si osserva una proliferazione diffusa di elementi linfoidi frammisti a cellule più voluminose, talora con aspetto istiocitoide e con nuclei convoluti o multipli (vedi immagine citologica).
Nel campo della medicina veterinaria, il linfoma di Hodgkin è stato scarsamente considerato negli studi scientifici. La definizione più adeguata attualmente usata per descrivere casi simili nei gatti e nei furetti è "linfoma simil-Hodgkin" (HLL).
L'HLL si manifesta soprattutto nei gatti, con linfoadenopatia unilaterale mandibolare o cervicale, e talvolta con coinvolgimento congiuntivale, sottocutaneo o cerebellare. Come il linfoma di Hodgkin negli umani, l'HLL nei gatti è solitamente poco aggressivo rispetto ai linfomi non-Hodgkin, e la resezione chirurgica dei linfonodi colpiti può avere un potenziale curativo. Tuttavia, la prognosi nei gatti è più difficile da prevedere.
I patologi veterinari si concentrano spesso sull'identificazione delle cellule RS per diagnosticare l'HLL, le quali sono grandi, con nuclei multipli e citoplasma moderatamente basofilo. Studi precedenti sui gatti hanno mostrato che le cellule RS spesso esprimono CD30, sebbene questo marker non sia specifico per il linfoma di Hodgkin. Anche in tessuti normali, il CD30 è solitamente negativo, eccetto per alcune cellule linfoidi nei linfonodi.
Tuttavia, la mancanza di studi sull'epidemiologia, morfologia e clonalità dell'HLL felino ha portato il nostro laboratorio a svolgere uno studio per caratterizzare meglio questo tumore nei gatti.
Il laboratorio MyLav ha condotto un'analisi immunoistochimica utilizzando marker come CD3, CD20, PAX5, CD30 e IBA-1 per valutare 24 casi di HLL.
È emersa una popolazione cellulare eterogenea, con cellule positive per IBA-1 (interpretabili come istiociti o macrofagi), e un'espressione diffusa di CD20 e PAX5 nelle cellule B neoplastiche. La maggior parte dei tumori esprimeva CD30 nelle cellule multinucleate neoplastiche, coerenti con le cellule RS. Alcune cellule RS, tuttavia, hanno mostrato una debole espressione di PAX5.
L'analisi della clonalità è stata eseguita su 20 dei 24 casi, e 12 di questi hanno mostrato un'amplificazione monoclonale dei geni delle immunoglobuline, suggerendo una popolazione clonale di cellule B. Gli altri casi hanno evidenziato una policlonalità di Ig e TCR, confermando la presenza di diverse popolazioni cellulari nei linfonodi.
Dal punto di vista clinico, i gatti inclusi nello studio presentavano una malattia di stadio I, con tumori limitati ai linfonodi mandibolari o retro-faringei. Nessuno di questi gatti ha ricevuto chemioterapia dopo l'intervento chirurgico e la remissione mediana era di circa 956 giorni. Tuttavia, due gatti hanno sperimentato una progressione della malattia, morendo entro 145 e 233 giorni.
L'esame istopatologico ha rivelato una proliferazione diffusa di cellule linfoidi medie e grandi con necrosi moderata. In tutti i casi, erano presenti cellule RS multinucleate con un basso tasso mitotico. La necrosi, un elemento significativo anche nel cHL umano, era riscontrabile in molte delle neoplasie esaminate
I risultati di questo studio confermano che l'HLL nei gatti è una neoplasia rara e ancora poco compresa.
L'analisi istologica e immunoistochimica ha migliorato la comprensione delle caratteristiche clinico-patologiche dell'HLL, evidenziando le difficoltà diagnostiche, in particolare nell'identificazione delle cellule RS e nella diagnosi differenziale con altri linfomi. È evidente la necessità di ulteriori ricerche per comprendere meglio il comportamento biologico di questa neoplasia e per individuare le strategie terapeutiche ottimali.
Luca Aresu, Med. Vet., PhD; Esperto Mylav in Istopatologia
Walter Bertazzolo, Med. Vet. DiplECVCP; Direttore Scientifico di Mylav
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