Scopriamo i segreti dell'emocromo MyLav - Parte 11^
In quest’ultima puntata dedicata alla spiegazione dei nostri emogrammi, ci occuperemo della parte più ostica, quella colonna centrare che raccoglie tutti i dati relativi alla valutazione dei reticolociti (vedi screenshot a sinistra). Va premesso che per molti di questi dati numerici non esistono consistenti informazioni in letteratura per il cane ed ancora meno per il gatto, per cui la loro interpretazione va fatta con cautela.
Lo strumento da noi utilizzato (ADVIA 2120) processa i reticolociti colorandoli con uno speciale reagente (oxazina 750) che si lega all’RNA contenuto nel loro citoplasma: quando vengono passati al lettore laser, i reticolociti vengono idetificati e distinti dagli altri eritrociti maturi, in quanto assorbono più luce e hanno fluorescenza proporzionata a tale assorbimento.
Quindi scendendo dall’alto verso il basso nella colonna centrale, dopo la quantificazione percentuale ed assoluta dei reticolociti (di cui abbiamo già parlato in una precedente puntata), incontriamo la quantificazione in base a questo principio discriminatorio.
Così come per gli eritrociti maturi, anche i reticolociti possono infatti venir analizzati in base al loro volume, al loro contenuto e concentrazione in emoglobina e alla quantità di RNA (con alta fluroescenza sono quelli più giovani e con più RNA, con bassa fluorescenza sono quelli che stanno maturando a eritrociti normai e hanno quindi meno RNA). Le lettere L (“Low), M (“Medium”) ed H (“High”) stanno proprio ad indicare la distribuzione percentuale e i valori assoluti di queste tre frazioni di reticolociti. Tendenzialmente possiamo presupporre che più sono numerosi quelli ad elevata fluorescenza, più significa che il midollo sta producendo attivamente giovani eritrociti e viceversa. Questo dato viene chiamato “Immature Reticulocyte Fraction” (IRF) e prende per l’appunto in considerazone la frazione di reticolociti ad alta (IRF-H) e media/alta (IRF-H+M) fluorescenza ripetto al numero di reticolociti totali.
Scendendo ulteriormente la colonna centrale, incontriamo i valori degli indici eritrocitiari divisi per popolazioni. Lo strumento è infatti in grado di rielaborare tutti gli indici eritrocitari (MCV, MCH, MCHC, CH, ecc.) che troviamo anche nella colonna a sinistra (nella quale, come spiegato in un blog precedente, sono riferiti a tutti gli eritrociti complessivi). In questo caso però gli indici vengono analizzati suddividendoli tra gli eritrociti maturi (quelli indicati con la lettera “m”) e i reticolociti (indicati con la lettera “r”). I valori indicati con la lettera “g” (gated) sono invece riferiti alla popolaziojne eritrocitaria totale analizzata, e sono approssimativamente molto simili a quanto riportato nella colonna sinistra. Tra questi indici, troviamo alcuni interessanti dati, in quanto abbiamo alcuni riferimenti bibliografici per la specie canina. In particolare è stato osservato in alcuni studi, che in corso di anemia da carenza di ferro in fase iniziale, prima che diminuiscano i valori assoluti di MCV, MCH ed MCHC, tendono a ridursi precocemente i corrispondenti valori reticolocitari, in particolare l’MCVr, il CHr e il CHCMr. Quindi bisogna incominciare ad abituarsi a controllare questi indici nei cani anemici per verificare se stanno andando incontro ad una carenza iniziale di ferro.
Infine, gli ultimi indici (% Micro_g, % Micro_r, ecc.) stanno ad indicare le frazioni delle diverse popolazioni (totali, maturi e reticolociti) che sono più piccoli, più grandi, con più o meno emoglobina rispetto a determinati valori soglia. Danno pertanto una idea di come sono ditribuite tra loro le diverse frazioni di globuli rossi nel campione analizzato.
Walter Bertazzolo, Direttore Scientifico di MYLAV
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