Test Allergologici Molecolari, la nuova frontiera dell'Allergologia
Introduzione
La dermatite atopica canina (DAC) è una delle più frequenti malattie dermatologiche nel cane e si stima che affligga il 10% della popolazione canina mondiale e fino al 18.3% della popolazione canina secondo un recente studio finlandese.
Nel 2023 è stata rilasciata da ICADA (International Committee on Allergic Diseases of Animals) la nuova definizione di DAC, che la descrive come malattia cutanea ereditaria, tipicamente pruriginosa e dominata da una risposta infiammatoria T-cellulomediata che coinvolge l'interazione tra anomalie della barriera cutanea, sensibilizzazione agli allergeni e disbiosi microbica.
La DAC è inoltre associata, nella maggior parte dei casi, alla presenza di anticorpi IgE specifici per allergeni ambientali.
Nonostante l’ereditabilità, il sistema immunitario e la barriera cutanea giochino un ruolo fondamentale, è noto che l’interazione con i numerosi fattori ambientali sia cruciale e sia quindi indispensabile una gestione multimodale di questa sindrome complessa.
Diagnosi di Dermatite Atopica Canina
Si ricorda che la sola presenza di IgE allergene specifiche non è sufficiente per emettere la diagnosi di DAC in un paziente ma sono necessari segnalamento, anamnesi e segni clinici compatibili.
La diagnosi di DAC è infatti clinica e prevede un iter diagnostico per esclusione.
Sul Blog Mylav è stato pubblicato dal Dott. Federico Leone a questa pagina (https://www.mylavblog.net/component/content/article/131-dermatologia/415-approccio-al-prurito-nel-cane-mediante-un-semplice-algoritmo-diagnostico.html?Itemid=437) un algoritmo diagnostico che ne facilita la diagnosi.
Immunoterapia allergene-specifica
L’unica terapia ad oggi in grado di indurre una tolleranza immunologica nei confronti degli allergeni è l’immunoterapia allergene-specifica.
Questa consiste nella somministrazione ripetuta di concentrazioni di allergeni via via crescenti, con lo scopo di stimolare una risposta immunitaria che porti il paziente a sviluppare una tolleranza immunologica. In questo modo i segni e sintomi indotti dall’esposizione agli allergeni possono essere ridotti o eliminati.
L’immunoterapia è efficace nel 60-70% di pazienti e questa efficacia è raggiungibile entro i primi 10-12 mesi di terapia.
Gli allergeni da includere nell’immunoterapia vengono selezionati in base ai risultati dei test allergologici.
Si stima, però, che circa il 15% di cani atopici non produca IgE allergene specifiche, abbia quindi test allergologici negativi e sia affetto dermatite atopica intrinseca.
In questi pazienti non è possibile allestire un'immunoterapia.
Allergologia molecolare
Ad oggi, grazie all’introduzione degli innovativi test allergologici molecolari, è possibile identificare verso quali componenti allergenici molecolari (allergeni primari e maggiori) il paziente atopico produca IgE.
Gli allergeni maggiori sono molecole riconosciute dalle IgE specifiche in più del 50% dei soggetti e sono ad oggi noti anche molti allergeni maggiori che giocano un ruolo cruciale in medicina veterinaria. I componenti molecolari sono proteine purificate che offrono un livello di standardizzazione più elevato rispetto agli estratti di allergene e consentono un'identificazione più precisa delle sensibilizzazioni IgE.
L'identificazione specifica dell'allergene può portare ad una migliore selezione degli allergeni da inserire nelle immunoterapie. Questo può portare a tempi più rapidi per ottenere benefici e ad una maggiore efficacia della terapia ed è molto importante poiché permette di aggiungere un’altra arma al trattamento multimodale della DAC.
L'allergologia molecolare, in particolare, studia le molecole specifiche degli allergeni che causano reazioni allergiche. Invece di testare la reattività nei confronti di tutti gli estratti di un allergene “intero”, i test molecolari possono individuare la reattività a una specifica proteina di un allergene. Le molecole testate nei test molecolari sono gli allergeni maggiori. Questi possono però rappresentare solo una piccolissima parte dell’estratto “intero”, quale l’1-2%, e i test molecolari per la loro specifica identificazione risultano dunque molto più sensibili rispetto ai test allergologici più obsoleti.
Nei test molecolari utilizzati in medicina veterinaria (macroarray multiplex quantitativi) vengono analizzate tutte le componenti molecolari descritte come allergeni primari e maggiori per gli animali (cane e cavallo) unitamente ad alcuni allergeni importanti per l’allergologia umana. Nei test a nostra disposizione vengono comunque anche testati alcuni estratti allergenici molto rilevanti in medicina veterinaria.
Oltre ad una maggiore affidabilità nell’identificare gli allergeni responsabili della produzione di IgE da parte del soggetto testato, i test molecolari offrono altri vantaggi. Gli allergeni molecolari utilizzati nel test sono infatti ricombinanti di sintesi e non estratti da allergeni interi, che possono presentare variazioni a seconda dell’azienda produttrice e all’interno dello stesso lotto; ciò permette una elevata standardizzazione dei test.
Inoltre, i test molecolari riducono la possibilità di falsi positivi causati da allergeni che reagiscono tra loro. I falsi positivi sono ulteriormente ridotti grazie a blocchi CCD di ultima generazione e rilevatori di efficienza del blocco, che impediscono quindi positività non rilevanti dovute alla produzione di IgE nei confronti di catene di carboidrati presenti su alcuni allergeni (glicoproteine). I risultati dei nuovi test allergologici molecolari risultano quindi più attendibili di quelli basati esclusivamente su estratti.
Test allergologici molecolari ed allergie alimentari
I test allergologici molecolari possono aiutare, inoltre, nell’identificazione degli alimenti nei confronti dei quali il paziente produca IgE al fine di poter allestire una dieta privativa ad hoc e in seguito, in caso si riveli necessario, valutare quali fonti proteiche e di carboidrati introdurre nella dieta di provocazione.
I componenti allergenici molecolari sono più sensibili degli estratti per la rilevazione delle IgE trofoallergene-specifiche.
Si ricorda che la diagnosi di reazione avversa al cibo sia ad oggi ottenibile solo attraverso una dieta privativa di almeno 8 settimane; in caso di diminuzione o assenza di prurito durante la dieta, si dovrà in seguito effettuare una dieta di provocazione con alimenti assunti in precedenza e risultati positivi ai test al fine di indurre recidiva dei segni clinici e avere una diagnosi di conferma.
Quali campioni inviare per i test allergologici molecolari?
Si richiede l’invio di 1,0 ml di siero.
Lieve ittero, lipemia od emolisi non influenzano i risultati.
Non inviare sieri fortemente emolitici o lipemici.
Quando eseguire il prelievo per i test allergologici in un paziente atopico?
Si consiglia di eseguire il test quando il paziente è in fase di esacerbazione acuta, in modo che le cellule T abbiano il tempo di attivare la secrezione di IgE da parte delle cellule B.
Quali allergeni vengono testati?
Allergeni ambientali:
37 estratti di allergeni ambientali e 92 componenti molecolari (Pollini di graminacee, Alberi, Erbe infestanti, Epiteli di animali, Acari, Pulci, Insetti, Veleni di insetti, Muffe e Funghi, Malassezia spp).
Allergeni alimentari:
31 estratti di allergeni alimentari e 69 componenti molecolari (Cereali, Mela, Arachide, Soia, Lenticchia, Pisello, Latte vaccino, Uova, Manzo, Cavallo, Coniglio, Agnello, Maiale, Pollo, Tacchino, Tarma della farina, Aringa, Merluzzo, Salmone, Sgombro, Tonno, Carota, Pomodoro, Patata).
Il pannello completo prevede l’analisi di tutti gli allergeni ambientali ed alimentari, sia estratti che componenti molecolari.
Il test di screening identifica esclusivamente la positività o negatività nei confronti di allergeni ambientali indoor e outdoor e/o alimentari.
E’ utile per l’inquadramento generale dei soggetti atopici per valutare se producano IgE nei confronti di allergeni e, in casi di positività, è possibile chiedere il pannello di estensione per avere il dettaglio degli allergeni ambientali e/o alimentari nei confronti dei quali sono prodotte le IgE specifiche.
Comunicazione dei risultati
Il referto dei pannelli ambientali, alimentari e completi prevede un riepilogo delle sensibilizzazioni riscontrate e in seguito il dettaglio di tutti gli estratti e i componenti molecolari con i relativi livelli di IgE prodotti, divisi per classi:
Classe 0: <28.00 ng/mL - Classe 1: 28.00-99.99 ng/mL - Classe 2: 100.00-399.99 ng/mL - Classe 3: 400.00-799.99 ng/mL - Classe 4: ≥ 800.00 ng/mL.
Si ricorda che il livello di IgE è solo uno dei molteplici fattori che determinano la patogenicità delle IgE. Altri fattori includono, ad esempio, il tipo di allergene molecolare (forte o debole). I risultati devono essere sempre correlati alla storia clinica del paziente: se le IgE allergene-specifiche rilevate per un determinato allergene (anche se di poco superiori o inferiori a 28.00 ng/mL) sono compatibili con i segni clinici, il paziente è candidato all’immunoterapia.
Nel referto sono inoltre indicate le informazioni sulla natura e sulla stagionalità prevista dell’estratto, sullo stato del componente molecolare nell’uomo e negli animali e sulle reazioni crociate comprovate ed attese. Infine sono segnalate indicazioni e raccomandazioni per l’immunoterapia allergene-specifica.
Gli Esperti Mylav restano a disposizione per approfondimenti e chiarimenti riguardanti i singoli casi clinici.
Referenze
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Dott.ssa Roberta Sartori, DVM, Dip. ECVD, Esperta MyLav in Dermatologia Clinica ed Allergologia
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