Guida pratica alle biopsie cutanee nei cani e gatti
Le biopsie cutanee rappresentano uno strumento fondamentale nella pratica veterinaria per diagnosticare e trattare una vasta gamma di patologie dermatologiche nei cani e nei gatti.
Un patologo veterinario svolge un ruolo cruciale nell'analisi dei campioni tessutali e, nella dermatopatologia come in molte altre branche della patologia veterinaria, la collaborazione e la comunicazione tra patologo e clinico sono fondamentali al fine di raggiungere una diagnosi corretta o perlomeno la più probabile e verosimile.
Per tale motivo un ruolo fondamentale viene svolto dal clinico che dovrà fornire, in sede di compilazione del modulo di richiesta, un’adeguata e completa descrizione del caso clinico, delle lesioni, del loro sito di insorgenza, evoluzione e distribuzione e della loro risposta ad eventuali terapie mediche già eseguite.
Quando effettuare una biopsia cutanea
- Insorgenza acuta e grave delle lesioni
- Sospetto neoplastico (lesioni nodulari od ulcerative croniche persistenti)
- Lesioni "atipiche"
- Quando le lesioni si sviluppano nel corso di una terapia
- Quando le lesioni non si risolvono in corso di una terapia apparentemente appropriata
Figura 1. Sarcoptes scabiei nello spessore dello strato epidermico con ipercheratosi.
Dove eseguire una biopsia cutanea
Le biopsie cutanee possono essere effettuate in diversi siti a seconda della natura della lesione e della sua localizzazione.
- Lesioni primarie di tutti i tipi quali papule, pustole, noduli, lesioni eritematose, in quanto rappresentano probabilmente il processo patologico principale in corso.
- Tutte le lesioni ritenute sospette, in particolare quando le lesioni cosiddette primarie non sono facilmente identificabili. Si consiglia di campionare anche le lesioni secondarie, come croste, scaglie, collaretti, se si ritiene possano essere parte significativa del processo patologico. Ad esempio, nelle lesioni crostose possono "nascondersi" agenti eziologici quali dermatofiti, lieviti, acari (Figura 1), o contenere segni patognomonici di specifiche condizioni (es. pemfigo foliaceo).
- In caso di aree depigmentate si consiglia di campionare sia le aree di depigmentazione, sia quelle a "cavallo" tra cute pigmentata e non.
- In caso di lesioni ulcerate, si consiglia di campionare l’intera lesione nel caso sia abbastanza piccola da essere inclusa in un punch comprendendo anche parte di cute sana adiacente o, in alternativa, di eseguire una sua asportazione (losanga cutanea) sempre comprendendo parte del tessuto sano adiacente. In caso di ulcere estese si consigliano campionamenti multipli che includano la porzione ulcerate e quella integra.
- Nelle lesioni alopeciche o ipo-tricotiche si raccomanda di prelevare campioni sia dalle aree più alopeciche sia da quelle apparentemente meno alopeciche/ipo-tricotiche o a diverso tempo di insorgenza e, possibilmente, anche da aree di cute apparentemente sana avendo cura di etichettarle separatamente.
- In caso di lesioni nodulari si consiglia, se possibile, una loro asportazione completa in quanto, in diverse aree della medesima lesione, potrebbero sussistere alterazioni istologiche diverse.
Altre regole generali
- A meno che non si tratti di lesioni singole, focali, non prelevare mai un singolo campione bioptico.
È assolutamente necessario per il patologo poter esaminare almeno 3-5 campionamenti, prelevati da diverse lesioni, possibilmente di aspetto diverso, o a diversi tempi di insorgenza per avere un quadro il più completo possibile della patologia in corso. - Per motivi già citati non si deve MAI eseguire uno scrub pre-chirurgico delle lesioni perché potrebbe rimuovere informazioni diagnostiche importanti (per esempio distruggere delle lesioni superficiali bollose come quelle in Figura 2).
- Utilizzare un punch da 8 o, al massimo, da 6 mm di diametro nella maggior parte dei casi. I punch di diametro inferiore possono essere usati solo nel caso in cui sussistano delle difficoltà tecniche (dimensioni del paziente/sede della lesione).
- I glucocorticoidi possono causare effetti che alterano i pattern reattivi e devono essere sospesi almeno 2-3 settimane prima della procedura chirurgica (fino a 6 settimane prima in caso di terapie sistemiche).
- Non prelevare mai solo il centro di un’ulcera; è sempre necessario avere anche la cute immediatamente adiacente.
- Evitare di usare un punch per prelevare pustole o lesioni vescicolo-bollose di dimensioni maggiori in quanto il movimento rotatorio della procedura porterebbe alla rottura del tetto della lesione e alla perdita di informazioni fondamentali. In questi casi si opti per una biopsia escissionale completa.
- In caso di malattie neoplastiche o infiammatorie localizzate nel sottocute è preferibile non utilizzare i punch bioptici, in quanto questi non penetrano sufficientemente nel tessuto adiposo sottocutaneo e spesso non si ottengono campioni adeguati comprendenti la lesione.
- Maneggiare con cura i campioni prelevati, gli artefatti da schiacciamento compromettono la lettura delle sezioni istologiche.
- Evitare di usare elettrobisturi/laser per biopsie di piccole dimensioni in quanto la coagulazione tessutale che ne consegue andrebbe a inficiare l’intero campione.
- Porre subito i campioni in formalina al 10% in modo che non si "secchino" e risultino poi non valutabili.
- Adagiare i campioni su cartoncini per evitare che i campioni si arriccino/deformino.
- Si esorta all’invio di immagini cliniche del caso, che spesso sono d’aiuto e supporto diagnostico per il patologo.
Fig. 2 cheratinociti acantolitici in una crosta sierocellulare.
Conclusioni
Per concludere, in caso di qualsiasi dubbio o necessità di aggiungere informazioni non esitate a contattare il patologo. La collaborazione tra clinici e patologi veterinari è essenziale per garantire i migliori risultati e per poter poi intraprendere un trattamento mirato.
Giorgia Mezzalira, Med. Vet., DiplECVP
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