BATTERI MULTIRESISTENTI E’ ALLARME (DA RADIO 24 DE IL SOLE 24 ORE)
BATTERI MULTIRESISTENTI E’ ALLARME (DA RADIO 24 DE IL SOLE 24 ORE)
Nella giornata di ieri 7 aprile 2015 è balzato agli onori della cronaca, con notevole ridondanza, il problema dell’antibiotico resistenza dovuto ad un utilizzo non razionale della terapia antibiotica.
Su Radio24 de Il Sole 24 ORE si legge:
“"Batteri resistenti agli antibiotici". È allarme. La diffusione di infezioni causate dai cosiddetti "super batteri" potrebbe causare, in caso di una "epidemia", fino a 200.000 casi di pazienti contagiati e 80.000 vittime. A sottolineare questo rischio, i dati di una ricerca del dipartimento di Salute britannico. Ma nel nostro paese la situazione non è certo meno a rischio. Il nostro Paese, infatti, è tra quelli della Comunità Europea ad avere le più alte percentuali di resistenza alla maggior parte degli antibiotici ed è anche il Paese dove circolano più batteri resistenti a tutti gli antibiotici.”:
Nulla di nuovo se si considera che il problema dell’antibiotico resistenza è conosciuto e studiato da tempo e che recentemente l’AICC (Associazione Italiana Colture Cellulari) ha lanciato, lo scorso 26 febbraio, la competizione sul “better use of antibiotics”, mettendo a disposizione un premio di ben un milione di euro a chi fosse riuscito a mettere a punto un test efficace, in grado di discriminare i casi clinici in cui fosse realmente necessario ed utile utilizzare gli antibiotici in terapia, da quelli in cui l’uso fosse sperfluo: http://ec.europa.eu/research/horizonprize/index.cfm?prize=better-use-antibiotics
Se di meraviglia si può parlare è semmai nel fatto che, sebbene l’allarme venga dal Regno Unito, il nostro Paese risulta fra quelli della Comunità Europea a più altro rischio per lo sviluppo e diffusione di super batteri ormai resistenti a quasi tutte le molecole farmacologiche in uso.
Le cause sono principalmente due:
1) l’utilizzo di antibiotici in terapia senza criteri razionali di scelta;
2) l’utilizzo dei farmaci in zootecnia a scopo auxinico, uso che ha portato all’ottenimento di animali “gonfiati” con un costo di produzione molto basso.
Se per il secondo punto è compito principale degli organi legislativi e di controllo mettere un freno all’uso degli stessi, il primo punto, o, meglio ancora, il management dello stesso, è appannaggio esclusivo del medico e del medico veterinario che è chiamato a prescrivere secondo scienza e coscienza, assumendosi una responsabilità che va ben oltre quella nei confronti del singolo paziente, ma che riveste un’importanza sempre maggiore per la salvaguardia della salute pubblica.
Ma come si fa a prescrivere in scienza e coscienza senza l’utilizzo di uno strumento che possa guidare nella scelta più appropriata?
In realtà la risposta è banale poiché esiste ormai da tanto tempo il test in grado di misurare la resistenza batterica agli antibiotici saggiati in vitro: il test ANTIBIOGRAMMA.
Questo ausilio diagnostico e terapeutico, tuttavia, per poter essere utilizzato al meglio e fornire al clinico tutte le informazioni necessarie per un corretto uso delle molecole, deve essere impostato seguendo delle linee guida molto rigide, in grado di fornire End Point per i saggi antibiotici fissi che possano portare all’individuazione delle MIC (minima concentrazione inibitoria) per le varie molecole testate.
Da qualche anno l’Europa ha ritenuto di adottare delle linee guida internazionali: E.U.C.A.S.T. (European Committee on Antimicrobial Susceptibility Testing) che hanno dato una valutazione più “restrittiva” della sensibilità dei batteri alle molecole saggiate, facendo rientrare fra le resistenze anche situazioni in cui vi era solo una parziale sensibilità dei patogeni alle molecole farmacologiche in grado, quindi, di generare ceppi antibiotico-resistenti sempre più pericolosi.
Nel nostro laboratorio utilizziamo ormai da anni questi standard diagnostici e siamo convinti che anche questo contributo, per quanto possa essere piccolo nel panorama delle problematiche sanitarie mondiali, possa aiutare combattere un problema che nei prossimi anni rischia di far ritornare la medicina antinfettiva ai livelli del diciannovesimo secolo:
http://www.laboratoriolavallonea.net/news/?page=6
Quindi: utilizziamo gli strumenti che la scienza moderna ci ha messo a disposizione per la cura delle malattie dei nostri pazienti ma…..facciamolo con cognizione di causa e secondo scienza e coscienza!
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