Il Consensus dell'ACVIM sulla diagnosi delle anemie emolitiche immuno-mediate
La prestigiosa rivista Journal of Veterinary Internal Medicine ha recentemente pubblicato le linee guida per la diagnosi ed il trattamento dell'anemia emolitica immuno-mediata (AEIM) del cane e del gatto. Parliamo oggi degli aspetti diagnostici, focalizzando la nostra attenzione sui punti più importanti della pubblicazione. Per chi volesse leggerla integralmente, vi alleghiamo il PDF originale che potete anche scaricare liberamente dal sito della rivista.
C'è da sottolineare che queste linee guida riguardano solamente le forme di AEIM (rigenerative e non) che hanno comunque come target gli eritrociti maturi e non le forme immuno-mediate che hanno invece come target i precursori midollari.
Un secondo aspetto da sottolineare è che non viene riconosciuto un singolo gold-standard per la diagnosi di AEIM. Si sottolinea invece che la diagnosi deve basarsi su diversi rilievi clinicopatologici (vedi algoritmo sotto, tratto dall'articolo allegato), oltre che sulla risposta ai trattamenti specifici.
Il principale criterio ematologico morfologico è la presenza di una consistente sferocitosi, da valutare in una porzione dello striscio ben preparata ed in monostrato, nel quale ci siano almeno >3-5 sferociti per campo ad immersione a 1000x.
La ricerca di immunoglobuline adese sulla superficie degli eritrociti può essere ricercata mediante il test dell'autoagglutinazione (con sangue diluito con un eccesso di fisiologica), mediante il Coomb's test o la citofluorimetria, in ordine decrescente di accuratezza diagnostica.
L'emolisi alla base della patogenesi dell'AEIM è confermata dalla presenza di ittero, iperbilirubinemia, bilirubinuria ed eventualmente emoglobinuria (in caso di emolisi intravasale).
Infine in questa review sistematica della letteratura, si è cercato anche di capire se ci fossero dei possibili fattori scatenanti o comorbidità particolarmente associate nalle AEIM del cane del gatto, che potessoro quindi giocare un ruolo eziopatogenetico. Dai dati piubblicati nell'articolo, sembra che solo le malattie infettive e il trattamento con farmaci (in particolare alcuni antibatterici nel cane) possono favorire l'innesco della malattia autoimmune. Tuttavia, tra le malattie infettive, solo Babesia gibsoni nel cane e Mycoplasma haemofelis nel gatto sembrano davvero essere implicate nella AEIM. Tutte le altre comorbidità (infettive, farmacologiche/vaccinali, neoplastiche o patologie di varia natura) non sembrano invece essere potenzialmente responsabili di AEIM.
Parleremo settimana prossima degli aspetti terapeutici.
Walter Bertazzolo, Direttore Scientifico di MYLAV.
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