Come valutare la salute del cane in base alla sua età: le Life Stage Guidelines
Nell'ultimo decennio l'American Animal Hospital Association e la American Association of Feline Practiitioners hanno deciso di creare delle linee guida per i medici veterinari, che li aiutassero ad individuare le procedure sanitarie più importanti da proporre ai proprietari di cani e gatti, al fine di salvaguardarne la salute di entrambi, focalizzando in particolare l'attenzione sull'età del paziente. Per ogni fascia di età sono stati individuati una serie di punti critici su cui focalizzare gli interventi di prevenzione e cura dell'animale. Vediamo in nei dettagli cosa è stato proposto per il cane. Nella prossima puntata vi daremo anche le indicazioni relative al gatto.
Nel 2012 l'American Animal Hospital Association (AAHA), in considerazione della crescente importanza che il cane ha assunto nella società e negli affetti dell'uomo, ha pubblicato le prime linee guida per la salvaguardia della salute del cane (Bartges et al., 2012). Linee guida che fanno seguito a quelle pubblicate nel 2010 dalla stessa AAHA in collaborazione con l’American Association of Feline Practioners (AAFP) per il gatto (Vogt et al., 2010), e che sono state rivedute, aggiornate e riproposte sette anni dopo nella loro seconda edizione (Creevy et al., 2019). Una delle peculiarità di queste linee guida è quella di aver suddiviso la vita del cane in stadi, non rigidamente definiti in termini esclusivi di età, ma che tenessero conto sia di questo parametro che di altre caratteristiche (Tabella 1).
Sebbene la suddivisione in stadi sia arbitraria, permette di identificare interventi individualizzati, specifici e adatti alle diverse esigenze che può avere il cane nei diversi momenti della sua vita. Al fine sono state anche identificate dieci aree focalizzate di assistenza sanitaria (Tabella 2), per ciascuna delle quali sono state date indicazioni adeguate ai diversi stadi di vita del cane, utili a mettere in atto tutta una serie di attività di prevenzione.
Alcune di queste aree di assistenza sanitaria, come la prevenzione dei parassiti interni e la profilassi vaccinale, prevedono che le differenze di approccio tra i diversi stadi di vita siano per lo più quantitative. Essenzialmente, sono previsti un maggior numero di interventi nei cuccioli. In altre circostanze invece, lo stadio di vita comporta responsabilità ed interventi molto diversi, così come è il caso della gestione comportamentale o della prevenzione dei rischi che si possono trovare nell’ambiente, casi questi che pongono in essere considerazioni ed attività differenziate, a seconda che si abbia a che fare con un cucciolo, un cane adulto o un cane anziano.
Una importante area di prevenzione considerata, è quella relativa alle zoonosi e alla sicurezza dell’uomo. La task de force sul tema suggerisce una serie di comportamenti da adottare in clinica dai veterinari, e precauzioni da suggerire ai proprietari. Per le prime, si evidenzia l’importanza di informare sempre tutto il team della clinica, dell’arrivo di eventuali animali infetti e di limitarne le aree di accesso e gli spostamenti in struttura. Ai proprietari vanno date indicazioni utili a limitare le occasioni di contatto dei propri animali con i selvatici, a rimuovere prontamente le feci, soprattutto dei cuccioli che possono diffondere grandi quantità di uova di ascaridi zoonotici, e ad evitare l’alimentazione del cane con cibo crudo. Soprattutto, quest’ultima pratica è da sconsigliare per i cani impegnati nei programmi di pet therapy o nelle famiglie con soggetti immunocompromessi (ad esempio anziani, bambini con meno di 5 anni di età, donne in gravidanza o soggetti sottoposti a terapia immunosoppressiva).
Altrettanto importante l’attenzione dedicata agli aspetti comportamentali, che possono essere alla base di disagi con conseguenze esitabili finanche nell’abbandono. È importante che lo stato mentale del cane venga riportato nella sua cartella clinica, così come che l’approccio al cane sia individualistico e non stereotipato. Altri aspetti, come l’importanza della socializzazione del cucciolo in età vaccinale, gli accorgimenti della fase di crescita più critica (tra i 6 mesi e i 3 anni di età) o di quelli relativi ai sintomi da disfunzioni cognitive dell’anziano, vengono trattati diffusamente in queste linee guida alle quali si rimanda per approfondimenti.
Un’area di assistenza oggi molto rivalutata dal veterinario, è quella relativa alla valutazione degli aspetti nutrizionali. Gli Autori ricordano l’utilità di attribuire ai cani punteggi relativi alle condizioni corporea ( body condition score, BCS) e muscolare (muscle condition score, MCS), punteggi che andrebbero inclusi nella cartella clinica del paziente. Inoltre, se nella fase di crescita è particolarmente importante considerare le peculiari necessità nutrizionali di questa condizione fisiologica, per l’adulto sarà più importante controllare il peso, ad evitare i diffusi problemi di obesità che incidono negativamente sulla longevità del cane. Per finire, nei cani anziani si suggerisce di tenere sotto controllo il MCS che tende a diminuire, anche in misura della riduzione di movimento.
La salute riproduttiva del cane rappresenta un’altra area di studio in continuo addivenire, anche se a volte non è possibile dare chiari suggerimenti, per via di una letteratura ancora carente di studi. Gli autori di queste linee guida, suggeriscono la castrazione/sterilizzazione di tutti i cani non destinati a riproduzione. L’intervento andrebbe eseguito entro i primi 6 mesi di età per i cani che da adulti peseranno meno di 20,5kg (prima del primo estro nelle cagne). Per i cani maschi che da adulti supereranno i 20,5kg, si suggerisce di intervenire tra i 9-15 mesi di età, per ridurre i rischi di problemi ortopedici o di alcuni tumori. Per le femmine le indicazioni sono ancora poco chiare. Per i cani destinati a riproduzione, si affronteranno con l’allevatore tutta una serie di tematiche che vanno dall'appropriata frequenza di riproduzione, alla consulenza genetica, nonché all’analisi dell’appropriata età di riproduzione e ai periodici controlli di salute dell'apparato riproduttivo.
In conclusione di questa sintesi, si vogliono considerare altre due aree in continua evoluzione in questi ultimi anni, e relative alle differenze di razza e al data base minimo per la valutazione individuale del trend di salute. Esistono oggi diverse centinaia di razze canine e molte altre combinazioni di razze miste, ognuna con genetica e stili di vita diversi. Almeno due terzi di queste razze canine hanno uno o più disturbi genetici, per questa ragione si impone un’attenzione particolare alle predisposizioni di razza, così come a cogliere le similitudini dei cani di razza mista con quelle di origine, per valutare l’eventualità di una predisposizione a sviluppare gli stessi disturbi. Merita attenzione anche la potenziale differenza dei range di normalità di molti test da una razza all’altra, un punto questo che ben si ricollega al successivo, il data base minimo individuale.
Una raccolta di dati minimi nelle varie fasi di vita del cane (Tabella 3), si è dimostrata utile a svelare malattie occulte, ed è di particolare utilità per “fotografare” il set point dei parametri del cane sano, per poi valutare nel tempo il trend di salute dell’animale. A proposito di quest’ultimo, gli autori ricordano come alcune malattie vengano diagnosticate prima che i dati analitici diagnostici (per esempio di un analita di laboratorio) superino il range normale dell’intervallo di riferimento di popolazione, grazie all’aumento osservato rispetto ai livelli precedenti dell’individuo. Per chiarire questo punto, facciamo un esempio pratico: abbiamo un cane che per anni ha avuto una creatinina di 0,8 (con un intervallo di riferimento 0,7-1,3) e ad un successivo controllo la sua nuova concentrazione sierica di questo analita diventa 1,2. Ebbene questo non è un dato da trascurare, perché anche se entro i limiti di riferimento per la specie, mostra tuttavia un trend in aumento, che deve pertanto essere messo sotto accurata osservazione, in quanto potrebbe indicare una riduzione reale della funzione renale.
In chiusura, si ricorda che l'obiettivo finale della prevenzione è migliorare la qualità della vita e la longevità del paziente. Diversi studi hanno rilevato che le ragioni di questo mancato obiettivo, sono spesso da ricercarsi in una inadeguata comunicazione del team clinico con i proprietari. Il suggerimento è di instaurare con questi ultimi una comunicazione a due vie, avendo cura di non trascurare il ruolo centrale del proprietario nelle decisioni che riguardano i nostri pazienti. Il veterinario deve riuscire a trasmettere l’importanza della prevenzione sia nei termini dei costi, prevenire costa meno che curare, che dei risultati clinici, la diagnosi precoce aumenta le possibilità di successo della terapia.
Bibliografia:
Bartges et al., 2012. AAHA Canine Life Stage Guidelines. J Am Anim Hosp Assoc 48(1):1-11. doi: 10.5326/JAAHA-MS-4009
Creevy et al., 2019. 2019 AAHA Canine Life Stage Guidelines. J Am Anim Hosp Assoc 55(6):267-290. doi: 10.5326/JAAHA-MS-6999
Vogt et al., 2010. AAFP-AAHA: Feline Life Stage Guidelines. J Feline Med Surg 12(1):43-54. doi: 10.1016/j.jfms.2009.12.006.
Domenico Russo, DVM, PhD, Key Account Manager MYLAV La Vallonea
Walter Bertazzolo, EBVS European Specialist in Veterinary Clinical Pathology (Dipl. ECVCP); Direttore Scientifico di MYLAV.
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