Pappagalli e Chlamydia Psittaci
Cari colleghi, questa settimana parliamo di animali esotici con il nostro consulente Gustavo Picci, in particolare approfondiremo il discorso relativo a pappagalli e Chlamydia psittaci.
Chlamydia psittaci è l’agente eziologico della chlamidiosi conosciuta anche come psittacosi o ornitosi. Le Chlamydiae sono dei microrganismi gram negativi di forma sferica, dimensioni comprese tra 0,4 e 0,6 micron di diametro. Sono definiti parassiti energetici perché utilizzano l’ATP prodotto della cellula. L’infezione può essere contratta dai pappagalli, da altre specie di uccelli (ad esempio canarini, piccioni, colombi), dai mammiferi e dall’uomo. Grazie ai test di laboratorio abbiamo la possibilità di individuare uccelli portatori sani asintomatici ed eliminatori del batterio; infatti, i portatori inapparenti sono comuni e possono essere uccelli guariti dalla malattia o soggetti asintomatici.
Come si può trasmettere?
La trasmissione orizzontale è quella più comune e si realizza attraverso l'inalazione di secrezioni respiratorie e/o di feci. La trasmissione verticale è stata descritta nel pappagallino ondulato. Sempre in questa specie è stato osservato che l’eliminazione con le feci può continuare per più di un anno dall’infezione.
Principali segni clinici?
I giovani possono presentare la malattia in forma acuta con grave sintomatologia respiratoria, questo tipo di infezione esita nella maggior parte dei casi con la morte degli animali. Le manifestazioni cliniche più frequenti sono: piumaggio arruffato, emaciazione, letargia, ipotermia, disidratazione e congiuntivite. Quando la patologia si cronicizza si evidenziano rantoli, scolo nasale, feci di colore giallo-verdastro per coinvolgimento epatico, perdita di peso e in alcuni pazienti si associano sintomi neurologici.
Quali sono le diagnosi differenziali da considerare?
Le manifestazioni cliniche sono variabili ed essendo una malattia che si manifesta principalmente in forma cronica si può spesso associare ad altre patologie, per questo motivo è importante avvalersi di esami di laboratorio per raggiungere la diagnosi corretta. In diagnosi differenziale bisogna considerare infezioni da enterobatteri, herpesvirus, paramyxovirus, influenza A virus e mycoplasmosi.
A livello ematobiochimico che tipo di alterazioni si possono presentare?
Nelle forme croniche avremo anemia con aumento di ALT, acidi biliari, acido urico, LDH e proteine totali. Si evidenzia, inoltre, marcata eterofilia con eterofili tossici e spostamento della curva a sinistra.
Quali sono le principali lesioni anatomo-patologiche?
A seconda della forma clinica (iperacuta, acuta, subacuta e cronica) si possono trovare lesioni più o meno imponenti ed estese. Le principali lesioni sono: emorragie petecchiali, congestione, epato-splenomegalia, formazione di depositi superficiali di essudato fibrinoso, pericardite e periepatite fibrinosa, aerosacculite fibrinosa, congestione polmonare e polmonite.
Quali sono i test da effettuare per una corretta diagnosi?
Il laboratorio MYLAV – La Vallonea ha la possibilità di proporre due test, un test per la ricerca anticorpale e i test di biologia molecolare.
Il test Elisa ricerca gli anticorpi IgG nel siero aviare. È necessario inviare al laboratorio circa 0.5 microlitri di siero. A volte un pappagallo positivo a questo test potrebbe non essere eliminatore.
Il test di biologia molecolare (Pcr-polymerase chain reaction) per la ricerca della Chlamydia è molto sensibile e specifico, ma non è consigliabile effettuarlo su prelievi di sangue perché la Chlamydia non è presente nel sangue in modo costante. La PCR permette di individuare gli uccelli con infezione latente o persistente.
Cosa dobbiamo inviare al laboratorio per effettuare i test di biologia molecolare? Su quali campioni?
Il test si può effettuare su feci se vogliamo testare animali asintomatici ma eliminatori, in questo caso si deve utilizzare un tampone a secco senza terreno di trasporto prelevando più campioni di feci anche in giorni differenti. È possibile comunque effettuare il test anche su altro materiale biologico: sia in uccelli sintomatici che asintomatici possiamo utilizzare lo scolo nasale e/o congiuntivale e le secrezioni del cavo orale. Alcuni autori consigliano di effettuare un unico tampone a secco prelevando in ordine materiale biologico da congiuntiva, coane e cloaca. Questa tecnica può essere applicata anche nelle collezioni di pappagalli per monitorare lo stato sanitario dei riproduttori, dato che l’eliminazione della Chlamydia è intermittente si consiglia di ripetere il campionamento per tre giorni consecutivi.
Durante l’esame autoptico possiamo prelevare del materiale biologico da analizzare sempre con tecnica PCR.
Come si manifesta la malattia nell’uomo?
L’uomo si infetta inalando i microrganismi che sono stati aerosolizzati da feci secche o da secrezioni delle vie respiratorie, dal contatto diretto della bocca con il becco e con piume contaminate. In passato quando non si disponeva di farmaci specifici, la mortalità era del 15-20 %, attualmente la mortalità è inferiore a 1%. Nell’uomo causa polmonite interstiziale, mialgia, emicrania, ipertermia, endocardite, miocardite, epatite, artrite, cheratocongiuntivite, encefalite e aborto.
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