LA TERAPIA DELL'EPILESSIA – I CONSIGLI DELL’ESPERTO
Nel precedente Blog ci siamo occupati del corretto approccio diagnostico alla crisi epilettica. Ecco ora i consigli pratici per una corretta gestione terapeutica, anche in questo caso forniti dal nostro esperto in Neurologia, Floriana Gernone (DiplECVN).
La terapia antiepilettica si deve porre esclusivamente l’obiettivo di bilanciare il numero delle crisi epilettiche con la qualità di vita del paziente e, di conseguenza, anche quella del proprietario.
Pensare di eradicare le manifestazioni è utopico, soprattutto se ci riferiamo all’epilessia idiopatica che prevede alla base del suo meccanismo patogenetico un’alterazione genetica o presunta tale. Il clinico deve, quindi, puntare a ridurre la frequenza e il numero delle crisi, la durata e la severità delle stesse.
I paradigmi che devono guidare il clinico all’approccio corretto di una terapia antiepilettica sono:
- “quando iniziare”
- “quale scegliere tra i farmaci a disposizione”
- “quando monitoro i farmaci”
- “quando aggiungo un altro farmaco”
Per fare queste è necessario:
- Raccogliere accuratamente l’anamnesi (quanti episodi, descrizione degli episodi e loro durata, descrizione della fase pre e post ictale, familiarità, possibilità di ingestione di sostanze tossiche come metaldeide o organofosforici, ecc.)
- Eseguire un attento esame fisico
- Eseguire un esame neurologico (è preferibile effettuare esame neurologico dopo 24 ore dall’evento ictale quando le alterazioni della fase post ictale sono scomparse e le anomalie neurologiche, se presenti, non possono essere fraintese).
- Eseguire esami ematobiochimici ed urinari completi, con misurazione degli acidi biliari urinari o acidi biliari sierici pre e post prandiali.
QUANDO E CON COSA INIZIARE LA TERAPIA:
- Se il paziente ha avuto una sola crisi convulsiva, aspetto ad iniziare qualsiasi trattamento.
- Chiedo al proprietario di tenere un diario per valutare la frequenza delle crisi.
- Se la frequenza supera due crisi ogni 6 mesi, se si assiste a ravvicinamento fase inter-ictale, in caso di status epilettico o in caso di crisi a grappolo inizio la terapia come segue:
Cane e gatto con normale funzionalità epatobiliare: 5 mg/kg/bid fenobarbitale (avviso degli effetti collaterali transitori come sedazione e atassia, che rientrano al massimo in due settimane, e di quelli permanenti come polifagia e poliuria).
QUANDO MONITORARE I FARMACI ANTIEPILETTICI:
Dopo 3-4 settimane monitoraggio della fenobarbitalemia prima della somministrazione e dopo 2-5 ore dalla somministrazione del fenobarbitale (il monitoraggio pre e post pill solo per la prima volta; successivamente dopo 3 mesi e poi due volte l’anno a meno che la frequenza non aumenti e/o si cambi dosaggio. Il prelievo può essere effettuato in qualsiasi momento della giornata con paziente a digiuno).
Ripetere esami ematobiochimici e urinari. Nella maggior parte dei pazienti si assiste ad aumento di AST, ALT, ALP e GGT per induzione enzimatica dovuta al farmaco. Per valutare la funzionalità epatica valutare la bilirubina totale e gli acidi biliari che non risentono dell’integrazione del fenobarbitale.
Se, nonostante la terapia, la frequenza continua a non ridursi di almeno il 50%, si aumenta il dosaggio del fenobarbitale del 25% circa e, dopo 3-4 settimane, si monitora la fenobarbitalemia. Si può aumentare il fenobarbitale finché il valore di fenobarbitalemia risulta nei range (fino a max 40 microgr/ml). Ripeto sempre esami ematobiochimici e urinari ad ogni controllo di fenobarbitalemia.
QUANDO AGGIUNGO IL SECONDO ANTIEPILETTICO:
Se nonostante gli aumenti di dosaggio, la frequenza delle crisi non migliora, si aggiunge il secondo antiepilettico: nel cane il bromuro di potassio, nel gatto il levetiracetam.
- Cane: bromuro di potassio 20-40 mg/kg/die. Monitoraggio del farmaco dopo 3 mesi dall’inizio della supplementazione (in terapia combinata il range di riferimento è 1000-2000 microgr/ml).
Ripeto sempre esami ematobiochimici e urinari ad ogni controllo di bromuremia. Le alterazioni che si riscontra in caso di terapia con bromuro di potassio è l’aumento della Cloremia e, in associazione con il fenobarbitale, la lipemia.
Se, nonostante gli aumenti di dosaggio, la frequenza delle crisi non migliora, si aggiunge il terzo antiepilettico, levetiracetam 20-60 mg/kg/tid.
- Gatto: Levetiracetam 20-60 mg/kg/tid. Monitoraggio dei farmaci dopo un mese. attenzione che la terapia combinata fenobarbitale + levetiracetam determina una sottostima del livello di levetiracetemia sierica.
Cane con alterata funzionalità epatobiliare: bromuro di potassio 20-40 mg/kg/die (avviso degli effetti collaterali transitori come sedazione e atassia). Iniziare dal dosaggio più basso e via via aumentare in base alla frequenza delle crisi. Monitoraggio del farmaco dopo 3 mesi dall’inizio della supplementazione (range da 1000-3000 microgr/ml in monoterapia). Se nonostante gli aumenti di dosaggio, la frequenza delle crisi non migliora, si aggiunge il secondo antiepilettico, ovvero il levetiracetam (20-60mg/kg/tid).
Gatto con alterata funzionalità epatobiliare: Levetiracetam 20-60 mg/kg/tid (non si usa bromuro di potassio nel gatto perché provoca asma bronchiale). Monitoraggio del farmaco dopo un mese.
In generale, gli aumenti dei farmaci devono conseguire ad un incremento della frequenza delle crisi e non basarsi solo sul dato di laboratorio riferito al monitoraggio terapeutico degli stessi. Inoltre, l’aggiunta del secondo-terzo farmaco antiepilettico deve essere valutata solo dopo aver “utilizzato” al massimo il farmaco scelto in precedenza (massimo del dosaggio associato al massimo del valore indicato dal range terapeutico suggerito per il farmaco).
Per chi volesse ulteriormente approfondire l'argomento, vi rimandiamo sempre al webinar che la Dr.ssa Gernone ha realizzato con Mylav nel corso dei Didactics del 2021, in cui espone in maniera esaustiva sia gli aspetti diagnostici che quelli terapeutici all'epilessia.
Clicca l'immagine o il link
Bibliografia
- Bhatti SF, De Risio L, Muñana K, Penderis J, Stein VM, Tipold A, Berendt M, Farquhar RG, Fischer A, Long S, Löscher W, Mandigers PJ, Matiasek K, Pakozdy A, Patterson EE, Platt S, Podell M, Potschka H, Rusbridge C, Volk HA. International Veterinary Epilepsy Task Force consensus proposal: medical treatment of canine epilepsy in Europe. BMC Vet Res. 2015 Aug 28;11:176. doi: 10.1186/s12917-015-0464-z.
- Barnes Heller H. Feline Epilepsy. Vet Clin North Am Small Anim Pract. 2018 Jan;48(1):31-43. doi: 10.1016/j.cvsm.2017.08.011.
Floriana Gernone, Med. Vet., EBVS European Specialist in Veterinary Neurology (Dipl. ECVN); Università di Bari; Esperto in Neurologia di Mylav
Commenti (5)
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Ospite - Giulia
PermalinkBuongiorno, mi chiamo Giulia Gabrielli. Articolo interessante, se posso permettermi di chiedere due delucidazioni. Come mai non si considera neppure l'uso della Imepitoina? So che i neurologi non la apprezzano molto... Inoltre, alcuni neurologi consigliano di fare il dosaggio della fenobarbitalemia sempre dopo almeno 5-8 ore dalla dose della mattina, meglio ancora poco prima della somministrazione serale. Vedo che voi ritenete che si possa fare a qualsiasi ora (cosa che sarebbe più comoda, io a dire il vero ho sempre fatto così ). Grazie mille per l'attenzione, dr.ssa Giulia Gabrielli
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buongiorno Giulia
scusami se rispondo in ritardo.
ti ringrazio per le tue domande e provo a risponderti per punti, sperando di essere efficace!
1. imepitoina: non è vero che i neurologi non l'apprezzano, io personalmente la uso molto poco in quanto la sua efficacia è inferiore al suo "simile" fenobarbitale. entrambi si legano allo stesso recettore GABA, ma l'imepitoina con meno "forza" e, se devo cercare di ridurre la frequenza delle crisi, non posso scegliere un farmaco "meno potente". inizio una terapia come descritto nel blog quando le crisi sono superiori a una al mese o piu di due in sei mesi o in corso di cluster o status epilettico e l'imepitoina, per questa frequenza di crisi, non mi riesce ad aiutare. inoltre, non è possibile monitorare il farmaco a livello sierico e non esiste formulazione iniettibile, utile in corso di status epilettico e cluster di crisi. se a questo aggiungiamo il costo elevato per un paziente di peso superiore a 20 kg, la scelta verso il fenobarbitale direi risulta essere obbligata!
2: monitoraggio del farmaco fenobarbitale. basandosi sui tempi di emivita, distribuzione e di assorbimento del farmaco, studi in letteratura ci suggeriscono che il fenobarbitale raggiunge il suo picco dopo 4-6 ore dalla somministrazione PO e che, nella quasi totalità di pazienti in terapia da almeno 3 settimane, non si osservano fluttuazioni significative nelle 24 ore. si suggerisce di effettuare la doppia determinazione in casi in cui non si assiste ad un buon controllo delle crisi. ti riporto una parte di uno degli articoli cui mi riferisco: "There is no therapeutically relevant change in serum phenobarbital concentrations throughout a daily dosing interval in most epileptic dogs. Therefore, timing is not important when collecting blood samples to measure serum phenobarbital concentrations in most epileptic dogs treated long-term with phenobarbital." (Levitski RE, Trepanier LA. Effect of timing of blood collection on serum phenobarbital concentrations in dogs with epilepsy. J Am Vet Med Assoc. 2000 Jul 15;217(2):200-4. doi: 10.2460/javma.2000.217.200.)
spero di aver chiarito i tuoi dubbi
Floriana0 Mi piace -
Ospite - elena
Permalinkbuongiorno, ho un gatto di 7aa a cui è stata diagnosticata epilessia già da cucciolo (trattato con fenobarbitale) ma le crisi sono ancora troppo frequenti (1 al mese circa). Potreste consigliarmi un neurologo di vostra fiducia a MIlano? (vedo che la dottoressa Gernone risiede a Bari) anche una risposta in privato via email sarebbe gradita se non potete citare nomi sul blog. grazie mille Elena
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