Il campionamento in microbiologia - 1^ parte
Cari colleghi, quella di oggi è la prima puntatai di una serie di appuntamenti in cui parleremo di microbiologia. Questo settore della diagnostica di laboratorio è spesso trascurato dai veterinari che non ne conoscono le varie sfaccettature. Per tale ragione abbiamo voluto iniziare a dedicargli una sezione specifica e periodica del nostro blog. Abbiamo quindi chiesto alla nostra responsabile del settore di Microbiologia, la dr.sa Marta Medardo, di introdurci l'argomento e di inziare a parlarci del campionamento, che rappresenta il primo step nella diagnostica microbiologica.
Marta, perchè in generale è importante il corretto campionamento da parte del clinico?
MM: La microbiologia diagnostica è una scienza interpretativa. Un corretto campionamento associato ad una serie di informazioni anamnestiche dettagliate consentono al veterinario microbiologo di ottenere un risultato attendibile, escludendo così la presenza di contaminanti e concentrandosi sulla ricerca e sull'isolamento del microrganismo patogeno, qualora presente.
Le modalità di campionamento sono uguali in generale o cambiano in base alla sede anatomica?
MM: Ciascun sito sospetto d`infezione ha le sue regole di campionamento e per approfondirle in maniera opportuna ne parleremo in diverse “puntate”.
Possiamo però dare alcune regole di base necessarie per ottenere un campionamento adeguato, indipendentemente dal sito di infezione?
MM: certamente, ecco alcune regole generali:
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Se il prelievo viene eseguito mediante tampone, usare SEMPRE un tampone con terreno di trasporto (Amies, Stuart, Cary-Blair, terreni con carbone, sono tutti terreni validi).
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Se il campione è un pezzo tridimensionale piccolo può essere inserito in un tampone con terreno di trasporto, altrimenti può essere messo all’interno di una bottiglia da emocoltura oppure ancora inserito in un contenitore sterile (tipo contenitore sterile per urine) con aggiunta di fisiologica sterile.
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MAI utilizzare provette contenenti K3EDTA, perché ha proprietà antisettiche.
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I campioni per la microbiologia vanno conservati a temperatura ambiente. Temono il caldo (rischio di proliferazione batterica dei contaminanti) e non vanno mai congelati.
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Non temete di “negativizzare” il vostro esame con la semplice disinfezione del sito da campionare. Pulire e disinfettare la zona da campionare e` invece obbligatorio e fondamentale per abbassare la carica batterica contaminante.
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E` molto importante eseguire il campionamento microbiologico prima di iniziare qualsiasi trattamento antibiotico. Se cio’ non fosse possibile, segnalare prontamente al laboratorio le tempistiche della terapia in atto e le molecole utilizzate.
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Descrivere sempre adeguatamente il tipo di campione prelevato (non basta scrivere tampone!) ed il sospetto clinico. Il veterinario microbiologo si orientera’ molto di piu’ se indirizzato da informazioni dettagliate.
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Se il paziente ha gia’ eseguito un esame colturale in passato con precedente isolamento, segnalarlo al laboratorio, di modo che sia possibile valutare con una procedura piu` mirata eventuali recidive.
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Segnalare se il paziente presenta particolari condizioni in essere (terapia immunosoppressiva in corso, interventi chirurgici, traumi, ecc) poiche’ l’isolamento di taluni batteri, di norma considerati ambientali o contaminanti, possono svolgere un ruolo patogeno in particolari condizioni.
Grazie Marta, allora a presto con la prossima puntata di Microbiologia.
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