Variabilità biologica legata alla razza e suoi effetti sulla clinica: se ne è parlato ad Arezzo
Cari colleghi, si è appena concluso il congresso nazionale Scivac di Arezzo, dedicato all'approccio clinico orientato alla razza. Un modo un po' differente di approcciari i problemi clinici più disparati: diagnostica per immagini, medicina interna, riproduzione, anestesiologia, oncologia, ortopedia e ovviamente medicina di laboratorio. I relatori del congresso hanno stimolato tutti ad affrontare i problemi clinici considerando con attenzione le differenze biologiche che possono sussistere tra le razze canine. Per quel che riguarda la medicina di laboratorio, area che ovviamente ci interessa in maniera peculiare, dobbiamo essere infatti molto attenti a riconoscere quelle eventuali apparenti "alterazioni" a carico di alcuni valori dell'emogramma, della chimica clinica e anche dei profili ormonali, che in alcune specifiche razze canine si discostano marcatamente dai valori di riferimento medi del cane (si veda per esempio il nostro recente post sui levrieri). Se non prestassimo attenzione a queste variabilità, rischieremmo quindi di commettere dei potenziali gravi errori diagnostici.
Vi invitiamo quindi caldamente, ogniqualvolta vi troviate di fronte a risultati strani in un cane di razza (magari a sua volta poco comune), di verificare bene in letteratura se non vi siano anomalie già descritte in tal senso e quindi da considerarsi normali in quello specifico paziente.
Walter Bertazzolo
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