Valutazione del rapporto tra proteine da dipstick urinario e peso specifico urinario per il rilevamento della proteinuria nel cane e nel gatto
Nelle analisi cliniche di routine, il metodo di prima linea più utilizzato per il rilevamento della proteinuria è generalmente il dipstick urinario.
Queste strisce reattive permettono una rapida valutazione semiquantitativa della proteinuria attraverso una reazione colorimetrica e sono in grado di individuare prevalentemente l’albumina. Tuttavia, sebbene siano molto facili da utilizzare e abbiano un costo relativamente basso, ci sono diversi fattori in grado di causare risultati falsamente negativi o positivi, come la concentrazione delle urine, il colore e il pH delle stesse.
Inoltre, la valutazione della proteinuria tramite dipstick urinario non permette la valutazione della perdita di proteine su base giornaliera ed in maniera quantitativa. Di conseguenza, la valutazione del rapporto proteine urinarie / creatinina urinaria (PU/CU) è raccomandata quando viene rilevata proteinuria attraverso le strisce reattive.
In passato la valutazione del PU/CU comportava un ulteriore dispendio di costi e di tempo, oltre all’eventuale necessità di prelevare nuovamente il campione. Fortunatamente ormai la misurazione del PU/CU è compresa in ogni esame delle urine standard utilizzato dai laboratori veterinari.
In medicina umana, si è considerata la possibilità di utilizzare il rapporto tra la concentrazione delle proteine urinarie e l'osmolalità urinaria come metodo alternativo per stimare la proteinuria.
Nonostante la mancanza di dati riguardanti la valutazione delle prestazioni di questo dato per quantificare la proteinuria in veterinaria, uno studio recente ha adattato tale approccio utilizzando il rapporto tra le proteine rilevate tramite striscia reattiva e il peso specifico urinario al fine di stimare il contenuto di proteine nelle urine. Il peso specifico urinario è abbastanza ben correlato con l'osmolarità delle urine.
Nel contesto di questo studio, è stato impostato un valore di cutoff di ≥1,5 per identificare una concentrazione anomala di proteine urinarie.
Lo studio di Barchilon et al. recentemente pubblicato sul JVIM si è posto l’obiettivo di valutare la correlazione tra DUR (Dipstick Urinary Proteine - Urinary Specific Gravity Ratio) e PU/CU, analizzando anche l’effetto delle caratteristiche delle urine e di valutare la performance del DUR nel rilevare la proteinuria.
In questo studio retrospettivo sono stati inclusi i dati provenienti da 308 cani e 70 gatti. Tutti i pazienti hanno effettuato un esame delle urine, il PU/CU e un’urinocoltura entro 24h.
I risultati hanno mostrato una moderata correlazione positiva significativa (tramite coefficiente di correlazione "r" di Pearson) tra DUR e PU/CU sia nei campioni di urine canine che feline.
Questa correlazione non è stata influenzata dalla presenza di sedimento attivo nelle urine, dalla presenza di glicosuria o dal pH delle urine. Per quanto riguarda il peso specifico urinario è stata identificata una variazione di correlazione tra DUR e PU/CU solo nel cane, confrontando campioni isostenurici con campioni dal peso specifico superiore a 1030.
Nel cane, per identificare campioni di urine con un PU/CU >0.5, un valore ottimale di DUR di 1.4 ha mostrato una sensibilità dell'89%, una specificità dell'83%, un valore predittivo positivo (PPV) del 96% e un valore predittivo negativo (NPV) del 63%.
Mentre per identificare campioni di urine feline con un PU/CU >0.4, un valore ottimale di DUR di 2.1 ha mostrato una sensibilità del 70%, una specificità del 100%, un PPV del 100% e un NPV del 75%.
Basandoci su questi dati possiamo affermare che questo rapporto riesce a prevedere con buona approssimazione la presenza o l'assenza di una proteinuria patologia. Tuttavia vanno sottolineati alcune aspetti fondamentali che ne limitano l'applicazione in pratica:
1) Il valore predittivo positivo è buono (se il DUR è alto, probabilmente siamo di fronte a una proteinuria patologia) ma purtroppo, senza una quantificazione del PU/CU, non possiamo sapere effettivamente quale sia il grado di perdita proteica effettiva nelle urine
2) Un risultato negativo ha un moderato valore predittivo negativo (un DUR basso, non può escludere una proteinuria patologica), per cui anche in questo caso è necessaria una verifica tramite la misurazione quantitativa del PU/CU
3) I limiti economici a cui fanno riferimento gli autori, relativi alla misurazione del PU/CU, erano probabilmente validi 20 anni fa, ma ormai praticamente tutti i laboratori veterinari eseguono il PU/CU nell'esame urine standard, rendendo la stima del DUR in clinica abbastanza approssimativa e senza particolari vantaggi pratici.
Fonte: Barchilon et al (2024): Evaluation of a urine dipstick protein to urine specific gravity ratio for the detection of proteinuria in dogs and cats. Journal of Veterinary Internal Medicine.
Elisa Zambon, Esperto in Patologia Clinica di Mylav
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