SPERANZA PER I MASTOCITOMI DEL CANE IN STADIO IV
Di Laura Marconato, Med. Vet. Dipl ECVIM (Oncology), consulente del laboratorio MyLav per l'Oncologia.
Il mastocitoma è il tumore cutaneo più comune nel cane. In molti casi la chirurgia è curativa; tuttavia, in presenza di metastasi, l’approccio terapeutico è più complesso e si devono prendere in considerazione numerose variabili per scegliere la strategia migliore. La presenza di metastasi a distanza, valutabile mediante diagnostica per immagini e citologia degli organi target, è stata storicamente associata ad una prognosi infausta, con tempi di sopravvivenza di 2-3 mesi, indipendentemente dalla scelta terapeutica messa in atto.
Grazie alla collaborazione tra oncologi medici e patologi italiani è stato condotto uno studio prospettico su 45 cani con mastocitoma in stadio IV (quindi con metastasi a distanza), recentemente pubblicato su Veterinary and Comparative Oncology, la rivista di riferimento per l’oncologia veterinaria (Pizzoni S, Sabattini S, Stefanello D, Dentini A, Ferrari R, Dacasto M, Giantin M, Laganga P, Amati M, Tortorella G, Marconato L. Features and prognostic impact of distant metastases in 45 dogs with de novo stage IV cutaneous mast cell tumours: A prospective study. Vet Comp Oncol. 2017 Feb 23. doi: 10.1111/vco.12306).
Studiando le caratteristiche di questo gruppo di cani, abbiamo evidenziato alcuni fattori prognostici positivi, che si accompagnano ad una più lunga sopravvivenza, contrariamente a quanto fino ad ora riportato. Nello specifico, cani asintomatici con mastocitoma cutaneo di dimensioni inferiore a 3 cm e senza infiltrazione del midollo osseo sono candidati per una terapia multimodale, volta ad ottenere il controllo locale e a distanza (quindi chirurgia e/o radioterapia e terapia medica con chemioterapia tradizionale e/o farmaci a bersaglio). Abbiamo inoltre evidenziato che una piccola percentuale di cani (10%) mostra metastasi a distanza senza il coinvolgimento del linfonodo satellite: questi soggetti sembrano avere una sopravvivenza decisamente più lunga.
Da questo studio emerge come un’attenta valutazione del bilancio di estensione (staging) sia fondamentale per definire la prognosi: in particolare, è sempre opportuno ricorrere alla valutazione citologica ed istopatologica non solo del tumore primitivo, ma anche del linfonodo regionale, oltre che alla valutazione citologica di fegato, milza e midollo osseo. Un piccolo passo avanti!
Laura Marconato.
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