Epidemia di FIP a Cipro: cosa dobbiamo aspettarci?
All’inizio del 2023 è comparsa sull’isola di Cipro una grave epidemia di FIP che ha portato nel giro di pochi mesi al decesso di migliaia di gatti.
Le successive indagini molecolari sui ceppi FCoV isolati dai gatti colpiti hanno dimostrato che l’epidemia è stata causata da una nuova variante di FCoV, diversa dagli stipiti FCoV-I e FCoV-II circolanti fino ad oggi in Europa. E' possibile identificarla in Italia?
Foto 1 e 2: Esame istologico ed immuno-istochimico di linfonodo affetto da linfadenite piogranulomatosa e necrotizzante di gatto, con marcata positività per presenza di Coronavirus felino (Foto: Selina Iussich).
La peritonite infettiva felina (FIP) è una grave malattia ad esito mortale, almeno fino all’introduzione sul mercato di farmaci antivirali (ancora non registrati in Italia).
La malattia è causata da ceppi ipervirulenti del coronavirus felino (FCoV), che comprende due distinti genotipi: FCoV tipo I (FCoV-I), più diffuso in natura, e FCoV tipo II (FCoV-II), più raro ed originatosi per ricombinazione genetica tra FCoV-I ed il coronavirus del cane tipo II (CCoV-II).
In ciascun genotipo sono presenti comuni ceppi enterici, responsabili di infezioni asintomatiche o paucisintomatiche, spesso persistenti o ricorrenti, e ceppi peritonitici, associati allo sviluppo di FIP. I ceppi FIP, in genere, derivano da quelli enterici a seguito di mutazioni genomiche che condizionano un cambio di tropismo dagli enterociti ai monociti/macrofagi.
L’infezione di questi ultimi causa un’alterazione del pattern citochimico con rilascio di grandi quantità di citochine proinfiammatorie, a loro volta responsabili della comparsa delle lesioni essudative e/o piogranulomatose [1].
La FIP, pertanto, non è ritenuta di per sé una malattia contagiosa, in quanto nel momento in cui si sviluppa la malattia il virus tende a scomparire o ad essere poco presente nell’intestino, determinando un’escrezione virale assente o poco significativa.
A circolare tra i gatti, specie in allevamenti, gattili e colonie feline, è il virus enterico, che, solo in particolari circostanze, è in grado di “trasformarsi” nel virus altamente patogeno della FIP, per cui almeno fino al 2023, non si conoscevano, veri e propri focolai epidemici di questa malattia [1].
L’epidemia di Cipro
All’inizio del 2023 è comparsa sull’isola di Cipro una grave epidemia di FIP che ha portato nel giro di pochi mesi alla morte di migliaia di animali.
In particolare, rispetto ai soli 3 casi del 2021 e 4 casi del 2022, tra gennaio ed agosto del 2024 sono stati registrati ben 86.165 casi, con una stima approssimativa di gatti deceduti pari a circa 8.000.
La bassa mortalità rispetto a quanto riportato in letteratura è dovuta al fatto che, a partire da agosto 2023, il governo cipriota ha autorizzato l’uso in deroga di terapie antivirali non registrate [2].
Il virus cipriota
Le successive indagini molecolari sui ceppi FCoV isolati dai gatti colpiti hanno dimostrato che l’epidemia è stata causata da una nuova variante di FCoV, diversa dagli stipiti FCoV-I e FCoV-II circolanti fino ad oggi in Europa.
Questa nuova variante, denominata FCoV-23, sembra essersi originata da una ricombinazione tra FCoV-II ed un ceppo pantropico di CCoV (pCCoV), isolato in Italia dal gruppo del Prof. Buonavoglia da cani con infezione sistemica.
In particolare, FCoV-23 possiede una configurazione genetica tipica di FCoV-I, ma il gene della proteina degli spike sembra essere derivato da pCCoV [3]. Proprio questa caratteristica è stata associata alla maggiore infettività del ceppo cipriota, in quanto un’epidemia così estesa non può certo spiegarsi con la comparsa, di volta in volta, di ceppi ipervirulenti a partire da ceppi enterici e, soprattutto, i virus isolati fino ad oggi sono risultati geneticamente molto simili.
La malattia
Il ceppo FCoV-23 sembra causare forme atipiche sia dal punto di vista epidemiologico, poiché vengono colpiti gatti di qualsiasi età, sia dal punto di vista patogenetico, in quanto il virus infetta un gran numero di cellule rispetto agli stipiti classici.
Dal punto di visita clinico, la FIP cipriota non presenta particolari atipicità. La maggior parte dei casi di FIP associata ad infezione da FCoV-23 presenta segni riferibili alla forma essudativa (69,7%), seguita dalla forma neurologica (27,9%) e da quella secca (2,4%). In particolare, sembra che ci sia una maggiore associazione con la forma neurologica rispetto alla FIP classica.
Questa maggiore incidenza della FIP neurologica potrebbe essere dovuta ad una maggiore consapevolezza della presentazione clinica oppure ad un maggiore neurotropismo virus cipriota. Solo studi futuri potranno chiarire la reale patobiologia di questo ceppo virale [5].
Cosa fare in Italia
Al momento si conosce solo un caso documentato di FIP causata dal ceppo FCoV-23 fuori dal territorio cipriota. Si tratta di un gatto che era stato importato da Cipro ed aveva mostrato febbre ed ascite poche settimane dopo il suo arrivo nel Regno Unito [6].
Il rischio di introduzione in Italia della variante cipriota esiste e non è nota, al momento, la circolazione nel nostro paese di virus FCoV-23-like. Sono in corso degli studi molecolari proprio per definire la possibile presenza di questi ceppi virali in Italia.
Per questo, senza creare inutili allarmismi, MyLav ha sviluppato una PCR in grado di identificare i ceppi FCoV-23-like.
In particolare, questa PCR permette di riconoscere con elevata specificità la sequenza genomica modificata rispetto a i tradizionali ceppi FCoV. Dato, però, che la PCR utilizzata per i virus classici è molto più sensibile e permette di quantificare il virus presente, la ricerca dei ceppi FCoV-23-like andrebbe eseguita solo nei casi già risultati positivi alla PCR tradizionale.
L’approccio consigliato nei casi di sospetta FIP è quindi quello di diagnosticare la malattia utilizzando la normale PCR per FCoV, e, solo in caso di positività, ricorrere al test molecolare specifico per FCoV-23, in modo da sapere se si è in presenza di un virus più aggressivo e adattare di conseguenza le decisioni cliniche ed epidemiologiche.
Riferimenti bibliografici
- Decaro N, Lauzi S, Paltrinieri S, 2022. La peritonite infettiva felina: una malattia ancora misteriosa? Viaggio nella FIP, atto I. la Settimana Veterinaria, 1256:32-35.
- Offord C, 2023. New feline coronavirus blamed for thousands of cat deaths in Cyprus. Science, 14 November 2023.
- Buonavoglia C, Decaro N, Martella V, et al., 2006. Canine coronavirus highly pathogenic for dogs. Emerg Infect Dis, 12(3):492-494
- Warr A, Attipa C, Gunn-Moore D, Tait-Burkard C, 2023. FCoV-23 causing FIP in a cat imported to the UK from Cyprus. Vet Rec, 193(10):414-415.
- Atippa C, Warr AS, Epaminondas D, et al., 2023. Emergence and spread of feline infectious peritonitis due to a highly pathogenic canine/feline recombinant coronavirus. bioRxiv, 2023-11.
- Warr A, Attipa C, Gunn-Moore D, et al., 2023. FCoV-23 causing FIP in a cat imported to the UK from Cyprus. Vet Rec, 193(10):414-415.
Saverio Paltrinieri, Med. Vet. EBVS European Specialist in Veterinary Clinical Pathology (Dipl. ECVCP); Esperto in Patologia Clinica di MYLAV; Prof. Università degli studi di Milano La Statale – Dipartimento di Medicina Veterinaria e Scienze Animali
Walter Bertazzolo, Med. Vet. EBVS European Specialist in Veterinary Clinical Pathology (Dipl. ECVCP); Direttore Scientifico di MYLAV
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