COME SFRUTTARE LA MISURAZIONE DELL'LDH NELLA DIAGNOSI DELLA FIP EFFUSIVA
La peritonite infettiva felina (FIP) è una delle patologie infettive feline più diffuse nel mondo e ancora oggi rappresenta un "challenge" diagnostico per i medici veterinari. La diagnosi definitiva non è semplice "in vivo" in quanto necessita di dimostrare sia le classiche alterazioni clinico-patologiche della malattia, quanto l'agente causale (Coronavirus).
Quest'ultimo deve essere individuato all'interno dei tessuti o degli essudati mediante tecniche immunologiche (es. immuno-istochimica su biopsie) o molecolari (es. PCR su versamento) (Figura 1).
Nelle forme effusive, un recente studio ha valutato l'impiego dell'LDH come biomarker dell'infezione.
Figura 1. Identificazione immuno-istochimica del Coronavirus in un campione istologico di fegato. Gli agenti eziologici virali sono colorati in marrone all'interno di macrofagi contenuti nelle lesioni multifocali.
La misurazione dell'attività dell'enzima LDH (Lattato Deidrogenasi) nei versamenti viene sfruttata per classificare la tipologia della raccolta, come già spiegato in un nostro Blog passato (https://www.mylavblog.net/generica/155-155.html).
In generale l'enzima LDH è piuttosto basso nei campioni di trasudato, mentre tende ad aumentare con l'aumento delle concentrazioni cellulari, risultando pertanto più elevato nei versamenti infiammatori, in quelli neoplastici e in quelli emorragici.
Avendolo introdotto nei nostri profili citochimici da diversi anni, abbiamo notato che nei campioni di pazienti con FIP fortemente sospetta o confermata (mediante rilevazione dell'RNA virale del Coronavirus con PCR su versamento), il valore dell'LDH fosse spesso molto elevato (spesso >1000 U/l) a dispetto di una conta cellulare bassa (i versamenti causati dalla FIP hanno spesso conte cellulari simili a quelle dei trasudati, quindi intorno a 500-3000 cellule/uL).
Sulla base di queste osservazioni preliminari, abbiamo condotto uno studio interno al laboratorio Mylav, i cui risultati sono stati recentemente pubblicati sulla rivista Animals (Romanelli et. al, 2022).
In questo studio sono stati analizzati retrospettivamente 648 versamenti felini (addominali, pleurici e pericardici), che sono stati categorizzati secondo le recenti indicazioni per la classificazione delle raccolte cavitarie. Di questi, un'ottantina circa erano riconducibili ad una FIP (molto probabile o confermata con PCR o altre procedure immunologiche).
Nelle varie categorie di versamento, è stato ricavato il rapporto (ratio) tra LDH/cellule nucleate (LDH/TNCC - Total Nucleated Cell Count): i risultati dell'analisi statistica hanno confermato come nella FIP il LDH/TNCC sia decisamente più alto che nelle altre cause.
Un cut-off LDH/TNCC ratio pari a 0,5, ha già una sensibilità ed una specificità dell'80% per la diagnosi di FIP, ma valori superiori sono ancora più indicativi della malattia: un valore intorno a 2, aumenta di 10 volte la probabilità che il nostro campione sia effettivamente dovuto ad una FIP.
L'elevato rapporto LDH/TNCC è probabilmente dovuto al fatto che come in tutti gli essudati, la concentrazione di LDH nel versamento è piuttosto alta. Ma a differenza di altri essudati, nella FIP le conte cellulari sono piuttosto basse, forse anche a causa del fatto che la misurazione strumentale dei WBC con le contaglobuli risulta essere inficiata e sottostimata per via della viscosità e della concentrazione proteica del fluido.
Figura 2. Classico aspetto citologico di un versamento in corso di FIP: su fondo proteinaceo particolato si rilevano granulociti neutrofili e più rari macrofagi e linfociti.
In sintesi, quando ci troviamo di fronte ad un caso sospetto di FIP effusiva, con alterazioni clinicopatologiche compatibili (es. gammopatia policlonale marcata) ed un versamento altrettanto indicativo (es. un liquido con elevata concentrazione proteica, con rapporto Albumine/Globuline <1, con bassa conta cellulare e prevalenza di neutrofili), una LDH/TNCC Ratio elevata (>0,5-1) tende a confermare ulteriormente il nostro sospetto.
Va tuttavia ancora una volta sottolineato che la diagnosi definitiva di FIP deve essere eziologica, ovvero attraverso l'identificazione del Coronavirus nelle lesioni o nei fluidi cavitari.
Per chi volesse leggere l'articolo in versione integrale, vi rimandiamo al PDF disponibile liberamente al link: https://www.mdpi.com/2076-2615
Bibliografia:
Pierpaolo Romanelli, Saverio Paltrinieri, Ugo Bonfanti, Marco Graziano Castaman, Elisa Monza and Walter Bertazzolo (2022) Utility of the Ratio between Lactate Dehydrogenase (LDH) Activity and Total Nucleated Cell Counts in Effusions (LDH/TNCC Ratio) for the Diagnosis of Feline Infectious Peritonitis (FIP). Animals; 12, 2262. https://doi.org/10.3390/ani12172262
Walter Bertazzolo, Med. Vet. EBVS European Specialist in Veterinary Clinical Pathology (Dipl. ECVCP); Direttore Scientifico di MYLAV
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