Le malattie infettive neglette del gatto: le infezioni trasmesse dalle pulci
Con questo nuovo nuovo blog settimanale, continuiamo ad aggiornarvi su alcune malattie infettive feline poco conosciute, sottostimate e spesso per nulla considerate da noi veterinari. Questa volta affrontiamo le malattie trasmesse dalle comuni pulci: alcune le conosciamo bene (es. l'anemia infettiva da micoplasmi), le altre un po' meno.
Prendiamo spunto da una recente pubblicazione comparsa sul Journal of Feline Medicine and Surgery (Lappin et al, 2020; JFMS 22: 31-39) in cui viene inizialmente descritto l'approccio diagnostico ad un gatto con febbre persistente. In questi casi è importante intraprendere un iter diagnostico corretto, al fine di escludere le principali diagnosi differenziali di ipertermia e febbre, secondo l'algoritmo seguente:
Se il gatto è stato esposto a vettori di varia natura (pulci, zecche, flebotomi) oppure è un soggetto con un comportamento predatorio spiccato, numerose malattie infettive devono essere valutate, anche in base alla loro presenza o meno sul territorio. Da qui l'importanza di una corretta attività preventiva nei confronti di questi potenziali vettori (mediante prodotti antiparassitari).
Bartonellosi. Numerose specie di Bartonella possono infettare i gatti (nonché gli esseri umani). La bartonellosi viene trasmessa mediante il morso delle comuni pulci tra i gatti. L'infezione provoca una febbre transitoria e decorre solitamente in forma asintomatica. In alcuni gatti tuttavia l'infezione può causare endocardite, miocardite, osteomieliti, uveiti e linfadenomegalia: in questi casi il sospetto clinico deve essere confermato dall'isolamento dell'agente eziologico (es. mediante una PCR su sangue o su tessuti colpiti, che rappresenta il metodo più semplice ed affidabile per confermare l'infezione). Queste infezioni rispondono bene ai trattamenti con tetracicline o fluorchinoloni.
Rickettsie e Coxiella. Diversi batteri di questi generi sono isolabili dalle pulci (e anche nei gatti) ma il loro ruolo patogeno nei felini non è ben definito.
Micoplasmi emotropi. Diverse specie di micoplasmi possono venir trasmessi tramite il morso di pulci e causare anemia emolitica nel gatto. Tra queste, sicuramente la più patogena è il Mycoplasma haemofelis. Tuttavia lo sviluppo di una emolisi dipende anche da numerosi altri fattori, dato che è comune rinvenire questi agenti infettivi nel sangue di gatti non anemici e clinicamente sani. Eventuali fenomeni stressanti (es. un trauma), infezioni concomitanti (es. FIV/FeLV, infezione con più specie di micoplasmi), trattamenti immuno-soppressivi o neoplasie, possono favorire lo sviluppo di crisi emolitiche nei gatti infetti. L'anemia che ne risulta ha le tipiche caratteristiche delle forme emolitiche (rigenerazione, iper-bilirubinemia, tendenza all'autoagglutinazione, ecc.) e risponde bene al trattamento con tetracicline o fluorchinoloni. In alcuni gatti è possibile osservare solo febbre, senza lo sviluppo della classica anemia infettiva. Sebbene si possano visualizzare all'esame microscopico dello striscio ematico, possono essere facilmente confusi con artefatti, inoltre la sensibilità del solo esame dello striscio è estremamente bassa; pertanto è bene ricorrere ad una PCR su sangue periferico, per una conferma eziologica definitiva.
Peste (infezione da Yersinia pestis). Questa patologia per fortuna non è presente in Italia, ma è ancora diffusa in varie aree del mondo. Nel gatto è più probabile che l'infezione venga assunta mediante l'ingestione di roditori infetti, che non mediante il morso di pulci. L'infezione causa linfadenite e coinvolgimento respiratorio e può essere confermata dall'identificazione del batterio con varie metodiche. Diversi trattamenti antibatterici hanno dimostrato una efficacia nei confronti dell'agente eziologico.
Si ricorda infine che alcune di queste infezioni sono zoonosi e possono quindi essere trasmesse indirettamente dai gatti (es. mediante graffi) o dalle pulci stesse, pertanto il controllo della parassitosi, così come il rispetto delle comuni norme igieniche, è importante per ridurre il rischio anche per le persone conviventi con i gatti.
Walter Bertazzolo, Med. Vet. EBVS European Specialist in Veterinary Clinical Pathology (Dipl. ECVCP); Direttore Scientifico di MYLAV.
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